Carriera accademica in Olanda? Non ho molti consigli

Uno dei miei angoli preferiti della città, a Westerpark. La foto è volutamente senza pretese.

Ultimamente mi giungono accorate richieste d’aiuto, più che di consigli, su come intraprendere una carriera accademica in Olanda. Me le spediscono laureandi o laureati magistrali che vogliono un dottorato, dottorandi o neo-addottorati italiani, e addirittura qualche post-doc. A volte le richieste sono circostanziate, gentili e accompagnate da una referenza — per esempio una relatrice o relatore a me noti — a volte no.

So che molti dei miei colleghi semplicemente cestinano tali richieste. Non è il mio caso. Io rispondo a tutti, anche a quelli non esattamente gentilissimi. Il che, naturalmente, non depone a loro favore. Ma ritengo che nel mio mestiere ci sia anche una componente educativa importante, e che rispondere sia cortesia.

Guardate la foto posta sopra. Non è una bella foto. L’ho scelta apposta, è una foto recente che ho mandato ai miei cari per dire che tempo faceva in città, non è una foto che vi fa vedere quanto è bella Amsterdam. Vi piacerebbe vivere in luogo così? Se la risposta è positiva, continuate a leggere. Altrimenti, lasciate perdere l’Olanda.

Spesso ho la sensazione che per coloro i quali mi fanno queste richieste un posto valga l’altro, l’importante è scappare dall’Italia. Be’, non tutti i posti sono uguali: ognuno ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Quindi, la prima domanda è: perché l’Olanda?

La seconda domanda è: perché chiedere a me? 😂 Sembra una osservazione idiota, ma non lo è. La risposta è spesso solo una: perché sono un italiano che lavora nell’accademia olandese. Non perché sono un linguista, un esperantologo, o quant’altro. La mia specificità accademica spesso non viene presa in considerazione.

Scrivo questo post per non ripetere le osservazioni generali, così potrò mandare il link a future richieste che presto o tardi arriveranno. Le osservazioni specifiche le scriverò personalmente in ciascuna risposta, naturalmente.

Primo: non sono un esperto di accademia olandese. Ho fatto la maggior parte della mia stramba carriera accademica in Italia (vedere il mio CV) e qui in Olanda sono un precario di lusso. Non solo non ho una posizione permanente, ma anche il mio inquadramento è speciale, intendo tecnicamente bijzonder, speciale, perché sono pagato su fondi privati. Quindi ho pochissima burocrazia da gestire e nessun obbligo di imparare il neerlandese. D’altra parte, questi vantaggi vanno ri-equilibrati con il mio essere marginale al sistema. In pratica, non ho una posizione di potere. Questo significa in pratica che non sono titolare di fondi di ricerca che possono pagare posizioni. Perché è chiaro che delle due l’una: o arrivate con fondi che avete recuperato per gli affari vostri (in posti come la Svizzera càpita, non è fantascienza) per oppure dovete vincere una call di qualche tipo, che sia adeguata. (Nota: le ultime due frasi le ho aggiunte dopo, le avevo date per scontate. Ma una collega gentilmente mi ha fatto notare che scontate non sono. Giusto. Aggiunta effettuata.)

Seconda osservazione: se dovessi prendere una collaboratrice o collaboratore per la mia attività di ricerca, vorrei qualcuno le cui linee di ricerca sono in qualche modo di mio interesse. La stragrande maggioranza delle richieste che mi arrivano non tengono conto che la ricerca che fate voi deve essere interessante per me. Nessun ricercatore è un’isola: per lo meno, citiamo il lavoro di altri in bibliografia. Mi avete mai citato? No? Probabilmente il mio lavoro non è per voi rilevante. Benissimo. Probabilmente vale anche l’inverso, non credete? Ora, togliete me e mettete al mio posto un accademico olandese con il quale volete lavorare. Non avete idea di chi possa essere? Ahia. Vuol dire che l’Olanda vale quanto la Germania o la Francia o Quello-Che-Volete-Voi.

Terza osservazione: l’accademia olandese parla inglese e neerlandese. Inglese per la ricerca, praticamente in tutte le discipline, e per molta didattica; neerlandese per la didattica, la burocrazia, e la vita quotidiana. Come state a certificazioni dell’inglese? Avete un C1? Un B2 qui viene richiesto per iscriversi come studenti. Se non avete un C1, prendetelo al più presto (questo vale anche al di fuori dell’Olanda; perfino in Francia mi dicono che se non hai un C1 d’inglese sei messo male). La vostra disciplina in Olanda parla anche neerlandese? In particolare, in linguistica, se si ha a che fare con gli esseri umani parlare la lingua del posto è indispensabile. Andate a vedere i membri dei team di ricerca dove vorreste andare a lavorare. Il neerlandese è necessario? Mutatis mutandis, questa osservazione potrebbe valere per molti altri luoghi in Europa. Magari viene richiesto solo una volontà di imparare la lingua del posto entro X anni, con X relativamente piccolo. Tenetene conto, per non dare la risposta sbagliata a un eventuale colloquio: “Lei è disposto a imparare la lingua Y?” Ecco, in quei casi dovete dire sì. Tanto per essere chiari.

Spero che dopo la lettura di questo post le vostre accorate richieste d’aiuto diminuiscano in quantità e aumentino in qualità. In bocca al lupo.

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